Premessa e Sacrificio, parte terza

Parte terza: Rabbia

Al loro arrivo, non appena li aveva potuti percepire, l’oscura presenza aveva riacceso ogni sua repressa e brutale emozione, intensificando la paura con la rabbia per l’interruzione da parte di quei tre bambocci. Aveva poi iniziato a duplicarsi e a prendere forma, qualsiasi forma, da quella antropomorfa a quella animale: un intero esercito spinto dalla rabbia e portatore di dolore.
E mentre l’attacco allo scudo continuava, il combattimento infuriava tutt’attorno.
Il ragazzo in grigio, nel momento stesso in cui i suoi compagni iniziarono a combattere, si inginocchiò, chiuse gli occhi, posò le mani sul terreno umido, con i palmi rivolti verso il basso e, mentre il flusso di energia allo scudo terminava, intorno alla ragazza iniziarono a crescere intricati rovi, come se le radici stesse degli alberi si allungassero nel terreno e si alzassero a formare un bozzolo protettivo. Pochi istanti dopo le mani di lui tornarono ad emanare la stessa calda e benefica iridescenza di prima; il flusso era ricominciato e andò a fondersi con quei rami che spuntavano dal terreno e che quindi presero ad emanare la stessa fioca luce, mentre qualche fogliolina prendeva vita qua e là.
Il processo però richiedeva tempo e non appena l’oscura presenza si accorse dell’intento del ragazzo, sempre più rabbiosa e distruttiva, intensificò l’attacco della paura nel tentativo di approfittare del momento di debolezza dello scudo, ed inviò alcune delle sue creature ad ostacolare il giovane che, con i compagni impegnati nel combattimento e lui concentrato sulla creazione dello scudo, risultava ad ora indifeso e vulnerabile.
O almeno così credeva.
Lui sapeva che non avrebbe potuto agire indisturbato per molto tempo e quando percepì l’attacco su più fronti che gli veniva indirizzato contro, con un accenno di sorriso sul volto e senza nemmeno aprire gli occhi, spalancò le sue immense ali color marrone e le allungò a difesa del bozzolo e di se stesso. Intanto tutt’intorno a loro gli alberi della foresta prendevano letteralmente vita e allungavano i loro rami animati da una misteriosa energia a combattere contro le strane creature.

La presenza poté percepire quel beffardo sorriso compiaciuto sulle labbra del ragazzo in grigio, come anche non poteva non sentire le euforiche e dannatamente fastidiose urla del ragazzo in nero ogni volta che sconfiggeva una delle sue parti; per fortuna il terzo tizio in bianco sembrava più tranquillo, ma non era da meno nel demolire uno ad uno i componenti del suo esercito, e questo gli provocava dolore, intenso e irritante, perché il dolore era sempre stato solito provocarlo lui, non subirlo.
La rabbia, dentro, gli montava sempre di più; si sentiva preso in giro e questo lo fece adirare ulteriormente. La poteva percepire, questa potente emozione intensificarsi sempre di più in lui, ma questo lo fece sentire meglio, perché cominciò a reprimerla, sapendo che prima o poi sarebbe esplosa da sola e l’effetto sarebbe stato distruttivo. Si può dire che era proprio un mago in questo, le emozioni le conosceva bene, e le sapeva controllare e sfruttare in ogni loro aspetto.

– Woah! Proprio una figata questo bastone amici! – gridò il ragazzo in nero mentre, appena riatterato dopo un salto, faceva roteare il bastone nella mano destra e senza nemmeno guardare lo infilzava nella testa di una di quelle creature nere che aveva tentato di attaccarlo alle spalle. La creatura cadde all’indietro, il bastone ancora conficcato. – Non che con queste mammolette serva chissà quale sforzo o potente arma… – piroettò su se stesso, afferrò il bastone, concluse il giro e mentre con la mano sinistra afferrava il collo di un’altra creatura e la strangolava, con la mano destra scagliò verso l’alto il bastone approfittando dello slancio dato dalla giravolta; questo con moto parabolico si conficcò prima in tre neri uccellacci che stavano scendendo in picchiata in fila contro di lui e poi nel petto di una creatura che poco lontano stava correndo verso il compagno intento a creare lo scudo – …non sanno stare nemmeno in piedi! – allungò il braccio, disegnò come un cerchio con la mano e il bastone tornò da solo verso di lui roteando orizzontalmente su se stesso e lasciandosi una scia di cadaveri lungo al strada, uccisi dalla doppia lama dell’arma. Ma poco prima di poterlo afferrare, una gigantesca pantera nera ruggì alle sue spalle e spiccò un balzo verso di lui che agilmente si lanciò in avanti, atterrò sulle braccia, fece un paio di flessioni, rotolò di lato, si rialzò con un piccolo balzo facendo leva sulle sole gambe e afferrò il bastone a mezz’aria. Poi lentamente, in modo quasi inquietante, girò lo sguardo verso il felino atterrato poco lontano, gli occhi accesi di uno strano color giallo, le pupille ridotte ad un punto nero, strane venature dello stesso colore che partivano dagli occhi e sembravo correre lungo tutto il corpo. Una sola delle due ali spuntò, non più marrone ma nera e percorsa dalle stesse venature – Mi è sembrato di vedere un gatto… – e in un lampo, come una lama super affilata, l’ala squarciò la pantera. Poi spuntò anche la seconda e il ragazzo in nero spiccò il volo, salendo molto in alto e gettandosi in picchiata nuovamente all’attacco.

‘Oh si… continuate pure così… a farmi incazzare.’

CONTINUA…

Sezione: Vola con la Fantasia, Emozioni

Emozioni, Racconti, Vola con la Fantasia

Informazioni su CoseScritte

Luca Di Bartolo, nato a Milano il 22 Maggio 1996. Vive a Paderno Dugnano, nell'interland Milanese e ad ora frequenta l'ultimo anno al liceo Scientifico... ok, la cosa inizia farsi troppo seriosa... sul mio futuro? Non ne ho la più pallida idea. Mi piace leggere, mangiare, la Nutella, i videogiochi, tutto ciò che è Nerd, la musica e scrivere naturalmente! La Nutella l'ho già detta? :D

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3 commenti su “Premessa e Sacrificio, parte terza

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